Le immagini virtuali di Gianfranco Ucci: il punto di vista dell’Autore
Aggiornamento: 19 ott 2022
Domanda: Come andrebbe interpretata l'espressione (forse impropria) "immagini virtuali"dal punto di vista dell'autore delle stesse?
Risposta: Esiste una categoria di immagini che non esistono, nel senso che se non esistesse intelligenza artificiale esse non sarebbero.
Per di più esse nascono all'interno di un programma di modifica delle immagini fotografiche, cioè rappresentazioni visive del reale come la fotografia è (forse). Il che comporta un ulteriore livello di mancata esistenza, cioè non solo non esistono ma non dovrebbero neanche esistere: non si parte da un fotogramma o da un immagine da modificare, ma tutto il processo produttivo avviene all’interno del programma di modifica che è senz’altro finalizzato all’ottenimento della massima qualità visiva dell’immagine (non) data di partenza.
Il riquadro di modifica è completamente vuoto. Da un punto (pixel) si sviluppa l'immagine come la perla da un granello di sabbia.
Una prima classificazione fa riferimento al cerchio, all'ovale, alla sfera al simbolo yin-yang al
vortice che dà origine o, se si vuole transito all'energia primaria non ancora differenziata,
al turbamento, al moto nel bacino, al concluso saturo in attesa dell'esplosione, dell'espulsione, della nascita del colore a partire dal bianco- nero- grigio.
Un secondo gruppo di immagini può essere riordinato in base a un'idea di struttura compositiva più diffusa sul piano facciale/superficiale e cromatico e in qualche modo collegata al principio del labirinto polidimensionale.
Un terzo gruppo sinteticamente si potrebbe definire di tipo iconico, forse "DIGITAL FLOWERS".
L’intento è quello di portare all’attenzione visiva dei materiali non pre-visti.
Attraverso la realizzazione della stampa, si afferma un livello reale di esistenza che spero vincente rispetto al contesto finanziario deprimente del circuito asfittico, squallido e piccolo borghese dell’“establishment del mondo dell’arte”.
Gianfranco Ucci
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